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La storia di Marta

53 anni, architetto

A volte per essere di supporto a qualcuno, ci ritroviamo ad avere bisogno di aiuto anche noi. Le energie non sempre bastano per fare tutto, soprattutto se dormiamo poco e male. Per non sentirsi sopraffatti dalla montagna di responsabilità, è bene non caricarsi di troppe cose e cercare il modo di riprendere fiato per far filare tutto più liscio.

A volte per essere di supporto a qualcuno, ci ritroviamo ad avere bisogno di aiuto anche noi. Le energie non sempre bastano per fare tutto, soprattutto se dormiamo poco e male. Per non sentirsi sopraffatti dalla montagna di responsabilità, è bene non caricarsi di troppe cose e cercare il modo di riprendere fiato per far filare tutto più liscio.

Era un periodo in cui mi sentivo veramente stanca, non ce la facevo più. La mattina spegnevo la sveglia e volevo solo continuare a dormire. Certi giorni stare dietro a Paolo era veramente difficile e la stanchezza mi faceva sentire come se tutto quello che facevo non fosse mai abbastanza.

Da quando mio marito ha avuto quell’incidente, ho dovuto farmi carico di tutto, vestirlo, accompagnarlo alle visite, portarlo al lavoro. Per un corridore come lui, avere un incidente proprio alle gambe è stato un bel colpo. Desideravo solo aiutarlo a risistemare la sua vita al meglio, senza che si abbattesse. Ho cercato di organizzarmi in tutti i modi, ma non era così facile conciliare il mio lavoro con le sue necessità e soprattutto non riuscivo a dargli tutte le mie energie per fargli riprendere una vita normale. A volte erano solo le nove del mattino e mi sentivo già scarica per la giornata, mi chiedevo: “Se le mie forze le do tutte a lui, chi aiuterà me?”

Per prendermi così tanto cura di lui, è successo che mi dessero delle belle strigliate al lavoro, perché è anche capitato che mi presentassi tardi agli appuntamenti e i clienti si indispettissero. A volte avevo la sensazione che qualunque cosa facessi, fosse sbagliata.

Se mi occupavo troppo di Paolo, tralasciavo il mio lavoro, se me ne occupavo di meno mi sentivo in colpa. Il tempo sembrava non bastarmi mai, più cercavo di stare dietro a tutto, più rischiavo di perdermi qualcosa. Volevo dimostrarmi forte per non fare sentire mio marito ancora più appesantito. Cercavo di essere sempre propositiva, provando a rendere gli esercizi di fisioterapia un gioco e farlo ridere, o di proporgli cose da fare che lo distraessero e lo facessero sentire meglio, un film, una cena con gli amici.

La notte mi svegliavo di continuo, senza più riuscire a prendere sonno, allora provavo a portarmi avanti con il lavoro, ma spesso finivo a fissare il soffitto. Non potevo resistere così ancora per molto, dovevo trovare un altro modo per affrontare la situazione.
Ne ho parlato con il mio farmacista di fiducia e grazie al suo aiuto ho rincominciato a dormire meglio, così ho iniziato a sentirmi più energica e in grado di affrontare questo momento. Ho ripreso il ritmo al lavoro e sono riuscita ad essere più di conforto per mio marito. Ora la nostra vita sta ritornando ad andare nel verso giusto.

Era un periodo in cui mi sentivo veramente stanca, non ce la facevo più. La mattina spegnevo la sveglia e volevo solo continuare a dormire. Certi giorni stare dietro a Paolo era veramente difficile e la stanchezza mi faceva sentire come se tutto quello che facevo non fosse mai abbastanza.

Da quando mio marito ha avuto quell’incidente, ho dovuto farmi carico di tutto, vestirlo, accompagnarlo alle visite, portarlo al lavoro. Per un corridore come lui, avere un incidente proprio alle gambe è stato un bel colpo. Desideravo solo aiutarlo a risistemare la sua vita al meglio, senza che si abbattesse. Ho cercato di organizzarmi in tutti i modi, ma non era così facile conciliare il mio lavoro con le sue necessità e soprattutto non riuscivo a dargli tutte le mie energie per fargli riprendere una vita normale. A volte erano solo le nove del mattino e mi sentivo già scarica per la giornata, mi chiedevo: “Se le mie forze le do tutte a lui, chi aiuterà me?”

Per prendermi così tanto cura di lui, è successo che mi dessero delle belle strigliate al lavoro, perché è anche capitato che mi presentassi tardi agli appuntamenti e i clienti si indispettissero. A volte avevo la sensazione che qualunque cosa facessi, fosse sbagliata.

Se mi occupavo troppo di Paolo, tralasciavo il mio lavoro, se me ne occupavo di meno mi sentivo in colpa. Il tempo sembrava non bastarmi mai, più cercavo di stare dietro a tutto, più rischiavo di perdermi qualcosa. Volevo dimostrarmi forte per non fare sentire mio marito ancora più appesantito. Cercavo di essere sempre propositiva, provando a rendere gli esercizi di fisioterapia un gioco e farlo ridere, o di proporgli cose da fare che lo distraessero e lo facessero sentire meglio, un film, una cena con gli amici.

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